Noi siamo pecorelle di Cristo e ci attende una vita di cielo. Muoia, dunque, l'uomo vecchio di terra colle sue membra di vizio, e viva, invece, quel nuovo, secondo l'idea e la stirpe di Cristo. I nostri granai sono in cielo e la nostra ricchezza sono i beni di Dio. È, perciò, spaventosa illusione pascere l'anima con cibi di terra, mentre essa è creatura di cielo. Noi dobbiamo essere «ricchi in Dio». (Vang.).
Letture: Ezechiele, 34, 1-16 Lettera di S. Paolo ai Colossesi 3, 5-11
Vangelo secondo Luca 12, 13-21
13 Uno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». 14 Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15 E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». 16 Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. 17 Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? 18 E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19 Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. 20 Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? 21 Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».