La bella fioritura di precetti e di opere, di cui si ammanta la Chiesa in queste Domeniche, oggi si arricchisce della virtù della pace, figlia di carità.
Non possiamo star uniti al Signore, se siamo disuniti tra noi; nè il nostro sacrificio sarà atto di pace con Dio, se non lo sarà pure con tutti gli uomini (Ep., Vang.). Anzi, la Chiesa, prima che il popolo acceda all'altare, ammonisce, dicendo: «Pacem habete!» «Abbiate la pace!»; perché questa è il dono migliore da deporre tra le offerte di Dio. Infine, quando i doni già consacrati sono da distribuirsi ai fedeli, anche la pace, pur consacrata, ritorna di nuovo fra loro: «Offerte vobis pacem!» «Datevi la pace a vicenda!». Questo, dice S. Paolo, è vincere il male con il bene. (Ep.).
Letture: Isaia, 48, 12-21 Lettera di S. Paolo ai Romani 12, 16-21
Vangelo secondo Matteo 5, 20-25
20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
23 Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25 Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!