L'odierna liturgia rappresenta un commovente episodio della vita di Gesù e della Chiesa. Gesù, infatti, è il salvatore degli umili, dei sofferenti, di tutti coloro che piangono. Anche la Chiesa deve fare così. Essa è un corpo solo, i cui membri sono legati da un identico amore. Secondo la posizione di ognuno, vi deve essere una speciale virtù di ciascuno con l'obiettivo di creare una meravigliosa armonia di bene. Perché il bene crea altro bene.
Letture: Geremia 31, 8-14
Lettera di San Paolo ai Romani 12, 5-16
Vangelo secondo Matteo 20, 29-34
29 Mentre uscivano da Gerico, una gran folla seguiva Gesù. 30 Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava, si misero a gridare: «Signore, abbi pietà di noi, figlio di Davide!». 31 La folla li sgridava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 32 Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi faccia?». 33 Gli risposero: «Signore, che i nostri occhi si aprano!». 34 Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.